Letizia Cariello è partita dal riscatto di strumenti musicali incidentati. Li ha curati e trasformati in materiale da utilizzare per la realizzazione di un’opera d’arte
Il progetto Claim Salvage “Carillon – opera per archi” nasce quasi casualmente dall’incontro tra Italo Carli Managing Director AXA ART, Paolo Frassetto Senior Art Expert – Marketing and Sales, e l’artista Letizia Cariello. “Una sera siamo andati a una mostra di Letizia e abbiamo notato alcune sue opere realizzate con strumenti musicali. Chiacchierando con lei le abbiamo subito proposto di utilizzare qualcuno dei violini sinistrati che avevamo in custodia per dare vita a una nuova opera d’arte – racconta Frassetto – Letizia ha subito mostrato entusiasmo per l’idea e da lì è nata la nostra collaborazione e il progetto Claim Salvage”.
Un progetto nuovo per entrambe le parti e che pone al centro dell’attenzione il riutilizzo di oggetti preziosi ma ormai inutilizzabili per riportare valore là dove non c’è più. “Non siamo mai stati promotori d’arte prima di adesso – racconta Frassetto – ma ci ha molto incuriosito l’idea di recuperare del materiale e reinterpretarlo, creando qualcosa di nuovo da materiale incidentato”.
Letizia Cariello ha riscattato 2 violoncelli e 2 archetti che sono diventati materiale per installazione a parete con suono dal titolo “Carillon – opera per archi”. “In tutto ho speso poco più di venti euro compresa l’IVA. Erano oggetti morti e senza possibilità di guarigione perché, come mi hanno spiegato Paolo e Italo, quando uno strumento subisce un danno viene inserito tra gli oggetti sinistrati e da lì non si muove più, non viene riparato, rimane prigioniero, un malato senza possibilità di cura”.
Grazie al lavoro di Letizia invece i violoncelli hanno preso nuova vita e si sono messi anche a suonare. “Ho pensato che gli strumenti dovessero produrre una musica, e potessero essere ancora portatori di melodia. Per questo al loro interno ho inserito una registrazione con la musica dei pianeti”. I corpi degli strumenti sono diventati cassa di risonanza di una melodia planetaria che Letizia Cariello ha recuperato dalle registrazioni fatte dagli astronauti nell’Universo.
Il progetto è stato un’occasione per sperimentare qualcosa di nuovo: “Il progetto è un punto di partenza per creare un nuovo modo di fare networking. Ci interessava molto il tema dell’utilizzo di un oggetto andato perduto, l’idea di recuperare materiale e dargli una funzione differente – sottolinea Frassetto – ci siamo resi mecenati e ideatori di un’opera d’arte collaborando in modo diretto con l’artista”
L’opera, realizzata in collaborazione con lo Studio LCA e la Galleria Massimo Minini, è stata esposta al MiArt in due serate aperte ai visitatori ed è previsto che venga esposta a Brescia e a Lugano.